STEFANO CESCON


Il lavoro di Stefano parte da una pulsione che lo porta verso una nuova prospettiva rispetto all’estetica pittorica, che stava diventando per lui limitante. verso una nuova prospettiva rispetto all’estetica pittorica, che stava diventando per lui limitante.

Inizia a sperimentare partendo dalla plastilina e arrivando alle sue Honey Boxes,  che intende ed interpreta come una naturale estensione della pittura, alla costante ricerca sul colore e la sua resa.

Il materiale che utilizza è una mistura composta principalmente da tre tipologie diverse di cera d’api, pigmenti di colore e paraffina, che sedimentando permettono l’emergere dell’estetica pilotata dall’artista e quindi la formazione di strati e sfumature di colore (i gradienti).

Con questa tecnica, l’artista riesce a far confluire un atto antropologico in un atto naturale, creando un’opera che si autogenera ogni volta e che non può essere replicata, nonché un interessante dialogo tra artificiale e naturale.

IN DETTAGLIO
La nostra prima domanda a Stefano è stata sul procedimento per realizzare le Honey Boxes.

Per prima cosa si utilizza la tecnica della cera persa, dopodiché la “mistura” ottenuta (composta da tre tipi di cera d’api, pigmenti di colore e paraffina) viene fusa in vaschette di alluminio. La mistura fusa viene poi suddivisa in panetti in base al colore ottenuto e versata in uno stampo, dove viene lasciata solidificare. I colori ottenuti sono precedentemente selezionati e convogliati dall’artista.

Stefano sta sperimentando anche sulle dimensioni e l’allestimento delle sue sculture, ragionando sulle forme migliori di supporto, sia dal punto di vista funzionale, sia per quanto riguarda la resa estetica, elemento fondamentale nell’approccio dell’artista.

TIPOLOGIA DI LAVORI E DIMENSIONI
Le opere di Cescon sono prevalentemente di medie dimensioni.