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IL GIARDINO D’INVERNO: DOVE L’ARTE INCONTRA LE PROBLEMATICHE AMBIENTALI


Isotta Esposito e Delia Mangano
Arte, Arte ambientale
2022




Due.

Il 2, numero che i Pitagorici vedevano come femminile, rappresenta la sensibilità, l’empatia, il verbo, la collaborazione, è legato alla gioia e al gioco degli opposti, e ci invita ad imparare a sintonizzarci con noi stessi per poter accedere alla nostra completezza.

Per il numero .Due. nel blog torna l’accoppiata Yas-Viaggiarte, e lo fa portandovi alla scoperta di un progetto indubbiamente sensibile: “Il giardino d’inverno”, di Vera Pravda e Rebecca Agnes in collaborazione con Viafarini.

Il giardino d´inverno possiamo definirlo come un manuale di possibili pratiche condivisibili per provare a rispondere alla domanda: “Cosa posso fare io per le problematiche ambientali?” Da novembre 2021 il progetto sta portando avanti una serie di incontri informali e conviviali su invito, che avranno luogo fino ad aprile 2022, presso l´Archivio di Viafarini alla Fabbrica del Vapore a Milano.

Ogni incontro, che si svolge a porte chiuse, si focalizza su una tematica specifica. Ad ogni invitatə è richiesto di portare una “buona pratica” inerente al tema del giorno, da discutere insieme durante l’incontro, e una piccola pianta. Lo scopo dei vari incontri è raccogliere idee, suggerimenti ed immagini che si stanno convogliando in una pagina Instagram dedicata (è meravigliosa) e in una edizione digitale, il manuale appunto, che verrà elaborato e presentato in un evento pubblico al termine del progetto.

Insieme alla presentazione del manuale, fra la primavera e l’estate, le piante raccolte e conservate durante l´inverno in Archivio, troveranno una nuova collocazione in un luogo accessibile a chi vorrà, come i semi (idee) che superato l’inverno germogliano nella nuova stagione.

Per approfondire, a rispondere per entrambe alle nostre domande è Vera Pravda.




I sei capitoli del manuale sono: Piante, Inquinamento Digitale, Animali, Viaggio, Produzione, Pratiche. Ci racconti un po’ come sono andati i primi tre appuntamenti? Chi ha partecipato?

Sono andati molto bene, grazie e stiamo ricevendo da più parti riscontri molto positivi.

Hanno partecipato per PIANTE Claudia Zanfi, Silvia Calatroni di SDARCH, Stefania Migliorati, Enzo Calibé, Daniela Di Maro; per INQUINAMENTO DIGITALE Pietro Gaglianò, Silvia Giambrone, Giorgos Papadatos, Penzo + Fiore, Francesco Stelitano; per ANIMALI Gabi Scardi, Annalisa Cattani, Simona Da Pozzo, Enzo Calibè, Daniela Di Maro, Isabella Pers e Tiziana Pers. Mentre il primo incontro era in presenza, i successivi sono avvenuti giocoforza on-line, speriamo però di poter tornare in presenza presto. In ottica ecologica adottiamo un protocollo snello e preciso, che permette di restare concentratǝ sul focus trattato, dando spazio a tuttǝ nel rispetto del tempo e della soglia d’attenzione di ciascuno: un vero e proprio lavoro di elaborazione partecipata.

Gli incontri avvengono a porte chiuse , in controtendenza con le pratiche attuali in cui tutto è pubblico: questa scelta è dettata dalla volontà di mantenere un clima conviviale, rilassato, fertile, riducendo quegli aspetti di performatività che spesso bloccano la spontaneità e il brainstorming. Le persone invitate sono libere di condividere, di domandare, di avere idee opposte, che vengono messe al banco di prova del confronto dialettico in modo morbido e non aggressivo. Il risultato sono le diverse e personali risposte alla domanda ‘cosa posso fare io per le problematiche ambientali?’
L’unica documentazione del processo è la pagina Instagram, su cui riportiamo spunti e parole chiave, come tracce del processo in corso, attendendo la primavera perché il nostro progetto venga diffuso pubblicamente: un po’ come dei bulbi, che lavorano sottoterra e poi ci stupiscono emergendo improvvisamente.

Il giardino d’inverno e il viaggio, come possono dialogare tra loro? Che connessioni ci sono? Questo appuntamento interessa particolarmente i nostri lettori.



Sì, è vero! Il 14 febbraio abbiamo parlato di VIAGGI e di noi che viaggiamo (o no), degli spostamenti dei nostri oggetti o opere e di quello che ordiniamo (o no) su internet.

I temi sul tavolo sono stati molti: dalle scelte legate al tempo libero alle dinamiche e alle decisioni lavorative, fino alle nostre pratiche di tutti i giorni. Ne abbiamo parlato con Elena Bellantoni, Melina Mulas, Giulio Verago, Rossana Ciocca, Roberto Picchi, Soni a Arienta e Michele Guido.




Come sta accogliendo il progetto la comunità milanese?

Percepiamo molta curiosità e vicinanza. Adottiamo un approccio orizzontale e collaborativo, cosa che varie persone trovano inusuale nell’arte, e la nostra pratica è ibrida: darà luogo a una pubblicazione, ma la viviamo come un’azione artistica sul lungo periodo, una sorta di sperimentazione continua in cui noi stesse ci mettiamo in gioco insieme alle persone che invitiamo. Si percepisce il senso della scoperta, della co-creazione.
Riceviamo molti studio visit in Fabbrica del Vapore, dove siamo in residenza artistica all’Archivio e Centro di Documentazione Arte Visiva di Viafarini, partner dell’iniziativa.

Molte persone ci scrivono in DM su Instagram e ci chiedono di visitare lo studio, di approfondire il progetto e il legame con le nostre pratiche artistiche, che per entrambe sono molto legate all’ecologia e alle riflessioni sociali: artistǝ, curatorǝ, ma anche manager, architettǝ, insegnanti, persone che lavorano in altri settori…questi scambi sono benvenuti, li consideriamo fertili e fanno parte del progetto, che – bene ricordalro – non è un progetto scientifico, ma un’azione artistica di riflessione collettiva.

Quali sono le piante che sono state portate finora?

Spathiphyllum cochlearispathum, Echeveria minima, Mimosa pudica, Crassula multicava, Falangio, Erica carnicina, Aloe vera, Salvia rosmarinus, Hedera helix, Crassula ovata, Cynara scolymus, Monstera deliciosa, Lavandula stoechas.

La vostra pianta del cuore e quella del giardino d’inverno?

Sono tutte belle! Possiamo citarvi le piante che più ci hanno dato più da fare, e che ci stanno regalando grandi soddisfazioni. Ad esempio la mimosa pudica (si chiama così perché si ritrae se è toccata!), che è difficile da gestire in interno: da quando l’abbiamo rinvasata in terracotta, proprio seguendo il consiglio di un’artista durante uno studio visit, ha gettato nuove foglie e sta crescendo. O la Monstera che prima di arrivare qui era stata attaccata dalle lumache: anche lei ora è cresciuta tantissimo e si vede che sta decisamente meglio!

Il profumo di questo progetto?

Di fresco e di meraviglia, come in un giardino ombreggiato d’estate.

Secondo voi, potrà diventare un progetto permanente?

Realizzando il progetto ci siamo rese conto che emergono in continuo tanti temi e spunti, e ci piacerebbe portarli avanti in nuove edizioni, magari allargando il campo d’indagine e creando collaborazioni con realtà estere, è però ancora presto per parlarne con precisione.

Tra i prossimi passi sicuramente la Milano Design Week di Giugno 2022, quando Il Giardino d’Inverno parteciperà a Corvetto-NZSD, un progetto collaborativo di rigenerazione urbana di Viafarini.work.

Grazie.




VERA PRAVDA – Simona Sanvito, 1974 lavora tra Milano e Varsavia. Laureata in Scienze dei Beni Storico Artistici all’Università di Siena, dopo anni trascorsi realizzando arte senza dichiarare la propria identità mentre lavorava come museologa, archivista, direttrice creativa, project manager e consulente, nel 2018 decide di fare coming-out come artista. Si occupa di temi ambientali e sociali adottando pratiche partecipate e relazionali.
Al momento è in residenza presso l’Archivio di ViaFarini alla Fabbrica del Vapore a Milano, in cui sta portando avanti la sua pratica artistica e diversi progetti correlati come talks, incontri ed Il Giardino d’Inverno.
Tra le ultime partecipazioni ed esposizioni, ci fa piacere ricordare la residenza a NAHR_2021, Nature Art & Habitat Residency, la personale Green is Gold al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa e la mostra Ad Ampio Respiro presso la galleria Rita Urso Artopia di Milano.

REBECCA AGNES – Rebecca Agnes è nata nel 1978 a Pavia. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, città in cui ha abitato fino al 2006, anno in cui si è trasferita a Berlino. Vive e lavora fra Milano e Berlino.
Narrazione, memoria, cooperazione sono 3 parole chiave che possono descrivere il suo lavoro. Un altro punto di interesse nel suo lavoro è il rapporto con i luoghi.
Tra le ultime partecipazioni vorremmo segnalare la residenza presso La Casa degli Artisti di Milano ed un progetto del 2019, The Party Exhibition presso Studio Chérie a Berlino, oltre alla sua partecipazione a BIBENDUM, NUNC PEDE LIBERO PULSANDA TELLUS. BienNoLo 2021, Biennale d’arte diffusa, Milano.


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