Inutile negarlo, il primo elemento di attrazione verso le opere di Alice Romano è stato sicuramente di natura estetica.

Nel corso del tempo e durante la nostra studio visit però, le tematiche inerenti alla ricerca concettuale portata avanti dall’artista hanno senza dubbio dimostrato di essere più che all’altezza della rappresentazione artistica.


The Living Flame Series è una produzione di quadri, sempre realizzati con il rame.
L’ispirazione per i soggetti delle opere deriva dai rituali alchemici, dai grimori medievali, dai riferimenti iconografici sacri ma anche dai videogiochi, dai mondi esoterico-virtuali e dai filoni letterari che popolano l’immaginario dell’artista fin dall’adolescenza.

Questi soggetti rappresentano infatti anche una sorta di alter-ego, in cui Romano può trasformare il suo avatar in un’effigie reale.
Così per Alice, la creazione artistica si può paragonare ad un rito, in cui il fuoco è il mezzo per evocare gli angeli che poi rimarranno impressi sulla lastra di metallo, come uscissero direttamente dal Sefer Raziel.*

In Armillaria Project invece, il rame viene plasmato sul modello del micelio, simboleggiando la connessione, l’ecosistema, lo scambio di informazioni ma soprattutto la grande capacità dell’artista di studiare e approcciare gli spazi, considerando la natura intrinseca del progetto di adattarsi alle superfici soprattutto, aprendo così anche ad un’espansione e ad un’ulteriore connessione dal punto di vista materico.

Il risultato è quindi di installazioni site-specific, modalità che troviamo sempre particolarmente interessante, per la sua implicita essenza di unicità e speciale trasformazione con lo spazio.

*testo di magia bianca del XIII secolo

IN DETTAGLIO
I materiali rappresentano un punto fondamentale per la ricerca sperimentale dell’artista che è partita proprio dal fuoco sul titanio per instradare la sua produzione.

Il rame ha risposto meglio di tutto il resto alle sue esigenze estetico-formali, fino ad assurgere persino a simulacro del micelio, “in opposizione alla sua natura entropica”, come nota l’artista.

Tecnicamente Romano riesce a padroneggiare e veicolare l’ossidazione che si crea con la fiamma ossidrica e tratteggiare delle forme, il cui scopo non è che siano definite bensì evocative, anche perché la peculiarità che conferisce al lavoro il fatto che l’ossidazione non venga stabilizzata è proprio che da quel momento finisce il lavoro dell’artista ed inizia il processo di modifica incontrollato, rendendo quindi il materiale autonomo ed in qualche modo “vivo”.

È in questo modo infatti che si ottengono le meravigliose iridescenze che colpiscono subito della produzione di Alice, che di fatto ritrova la formazione da pittrice facendo emergere i colori e le forme dai materiali metallici stessi, invece che stratificandoli, con l’ausilio della fiamma.